L’attuale parrocchiale di Castelleone venne iniziata il 4 maggio 1517 per opera del parroco don Paolo Homodeo, architetto Antonio da Crema e disegno di Agostino Fonduli, e fu terminata nel 1551. La chiesa mantenne il medesimo titolo dei Santi Filippo e Giacomo di quella fondata nel 1188. Della chiesa primitiva non è rimasto nulla in alzato, a parte il campanile, la sagrestia vecchia e l’oratorio di San Rocco, ma si può ritenere che l’area del tempio primitivo sia stata inglobata nella nuova costruzione. La chiesa è stata interessata nel corso dei secoli da diversi interventi organici di risistemazione e ampliamento, il più significativo è la costruzione di tre cappelle sul lato del vangelo nel 1885. Le aggiunte e i rimaneggiamenti hanno contribuito ad alterare le line architettoniche originarie dell’edificio, già sacrificate dal fatto che la chiesa non sorge isolata e quindi non risalta in tutta la sua imponenza. La chiesa è realizzata esteriormente in mattoni a vista, decorata da fasce di terrecotte al sommo delle murature e intorno alle finestre circolari. La facciata è divisa in tre campate da quattro pilastri e la facciata centrale termina con un frontone triangolare. Nel campo centrale della facciata si apre un rosone abbellito da una fascia di terrecotte. Internamente la chiesa è divisa in tre navate di cinque campate con arco a tutto sesto e volte a crociera e le navate sono sostenute da pilastri quadrati che terminano con capitelli in cotto. La volta del presbiterio e del coro è a botte a lacunari con rosoni dorati.  La chiesa conserva opera pregevoli, tra le quali si segnala il trittico con figure di S. Francesco, Madonna con bambino, Beato Amedeo Menez, tempera su tavola attribuita a Pedro Fernadèz da Murcia (Pseudo Bramantino), 1517-1518 circa, con cornice coeva. Il trittico faceva parte di un polittico (le altre quattro tavole sono conservate nel Museo civico di Cremona) ed era forse collocato sull’altare maggiore di S. Maria in Bressanoro. Altre opere degne di interesse sono una Deposizione con san Pietro martire del tardo Cinquecento, opera di Vittoriano e Carlo Urbino, tavola lignea, firmata e datata Giulio Campi 1546, raffigurante il Cristo risorto e due angeli ceroferari, conservata nella cappella di Cristo Risorgente. Altre opera notevoli sono la B. V. del Carmine con bambino e SS. Giacomo e Flippo, S. Margherita, S. Maddalena, olio su tela, firmata e datata (1640) dall’autore, Luigi Miradori, detto il Genovesino e a pala dell’altare maggiore. Questa  raffigura la Madonna  col bambino e i SS. Filippo e Giacomo, olio su tela di Gian Giacomo Barbelli, 1643. Nelle cappelle laterali sono collocate altre opere significative: una Deposizione con S. Francesco, di pittore cremonese del XVI sec.,  un Cristo risorto attribuito a Bernardino Gatti (il Soiaro), lo Sposalizio mistico di santa Caterina (1573-74) di Gervasio Gatti, la Madonna con bambino e i santi Giovanni Evangelista, Apollonia e Lucia di Giovan Battista Dordoni,  l’Assunzione della Vergine, di Angelo Ferrario. Interessanti anche i cinque Apostoli di Marc’Antonio Ghislina e le due tele di Angelo Massarotti, raffiguranti lo Sposalizio della Vergine e la Morte di San Giuseppe.

Testo rielaborato da Eugenio Clerici