Il Santuario della B.V. della Misericordia fu realizzato tra il 1513 e il 1525 per adempiere alla richieste rivolte dalla Madonna, apparsa nei giorni 11, 12, 13 e 14 maggio 1511 alla veggente Domenica Zanenga, chiedendo che si digiunasse, che si facesse penitenza, che si pregasse Dio e che si costruisse una chiesa chiamandola S.Maria della Misericordia. Nel 1513  iniziarono i lavori del santuario su disegno dell’architetto Agostino de Fondulis, artista cremasco collaboratore del Bramante, e terminarono nel 1525. La statua raffigurante la Vergine fu realizzata nel 1560 dallo scultore cremonese Gian Paolo Maltempo,  in seguito,  per il desiderio di vestirla fu sgrossata la zona intorno al busto e modificata la posizione delle braccia, rovinandola. In anni successivi si sono costruiti il campanile (1575), il chiostro e il convento (1619), opera dei Frati Agostiniani ai quali, nel 1617 affidato il Santuario. Il convento fu soppresso nel 1780 e del chiostro originario rimangono solo due ali.   Nel 1910 il progetto architettonico è stato modificato con l’aggiunta di una campata anteriore per accogliere un maggior numero di fedeli e pellegrini. L’esterno della chiesa  presenta un’agile movimento delle masse grazie all’alternarsi delle decorazioni in cotto, delle nicchie, degli oculi e delle cornici.  L’interno è a croce latina con una sola navata e il transetto,  costituito dalla cappelle laterali, ricorda le chiese a pianta centrale con l’alto tiburio dove,  forse, doveva collocarsi l’altare e il simulacro della Vergine. La cupola è divisa in tredici spazi che corrispondono, nel tamburo, a tredici nicchie dove sono raffigurate le figure del Cristo e degli Apostoli. Nei quattro pennacchi sono riprodotti i quattro Evangelisti, opera del pittore Pietro Mariani (1838). Nelle cappelle laterali si trovano due altari che presentano resti di affreschi delll’ultimo quarto del Cinquecento (Trasfigurazione e Crocifissione), opera di Giovan Battista Dordoni, coperti fino al 1965 da due grandi tele, di analogo soggetto. Le tele si trovano ora  ai lati degli altari stessi, la  Crocifissione, è opera di Gian Paolo Pesenti detto il Sabbioneta (1582),  mentre la Trasfigurazione è di autore sconosciuto. Nel presbiterio sono collocate due tele del pittore cremasco Angelo Bacchetta, raffiguranti la Deposizione e la Resurrezione di Cristo (1862). L’attuale sistemazione del presbiterio è determinata dagli interventi del 1936/37 e del 1989. Il Santuario di Castelleone conserva anche un organo Serassi del 1836. Per le celebrazioni del Cinquecentenario delle apparizioni nel 2011 il Santuario è stato oggetto di diversi interventi di restauro che hanno interessato la parte interna del tiburio, il catino absidale, l’arco, i cotti dei cornicioni e il recinto sacro intorno alla chiesa.

Testo rielaborato da Eugenio Clerici